veterinari

  • La Federazione europea dei veterinari pubblica un manifesto per le Elezioni Europee

    Riceviamo e pubblichiamo il manifesto della Fve (Federazione europea dei veterinari) diffuso in vista delle prossime Elezioni Europee

    In vista della prossime elezioni europee, la Fve ha pubblicato un manifesto per far luce sulle necessità dei Veterinari “guardiani della salute pubblica”.
    “L’Europa è la culla delle cure veterinarie da oltre 250 anni” e gode di una reputazione di primo piano a livello mondiale per la salute e il benessere degli animali. I Veterinari sono i guardiani della salute pubblica – dichiara la FVE – salvaguardando gli standard di sicurezza alimentare e rafforzando il commercio agricolo dell’UE.
    Tramite un manifesto la Federazione dei veterinari europei mira ad attenzionare il mondo politico, in vista delle prossime elezioni europee, sulla carenza di veterinari e di farmaci e illustra una serie di provvedimenti per migliorare la qualità del lavoro dei Veterinari nell’adempimento della loro funzione pubblica.
    “I veterinari di oggi non sono solo medici veterinari” dichiara la Fve “ma svolgono un ruolo fondamentale nella protezione della salute pubblica dalle malattie animali che potrebbero minacciare la salute umana e la società, dall’influenza aviaria alla rabbia”. “Noi proteggiamo la tua salute supervisionando la salute e il benessere del bestiame e assicurando che tutto il latte, le uova, il pesce e la carne siano sicuri” per i consumatori.
    Carenza di Veterinari – Il manifesto mette in guardia dai rischi che la carenza di Veterinari potrebbe causare in Europa: “l’accesso all’assistenza veterinaria è diventato più difficile per i proprietari di animali a causa della carenza veterinari”. Servizi veterinari “robusti e dotati di risorse adeguate sono un bene pubblico”.

    Prevenire è meglio che curare – “Dare priorità all’assistenza veterinaria preventiva è un investimento strategico per un futuro sano” dichiara il manifesto. La FVE promuove i controlli ufficiali per migliorare la salute e il benessere degli animali e ridurre l’uso di antimicrobici.
    Dotazione di farmaci e strumenti di lavoro – Al mondo politico la Fve chiede anche una dotazione adeguata di strumenti essenziali per monitorare e garantire la salute e il benessere degli animali. Ciò include l’accesso ai dati e a una gamma completa di medicinali e vaccini.
    Incarichi amministrativi – Il manifesto propone inoltre di razionalizzare gli adempimenti normativi in capo ai Veterinari, tramite una semplificazione della “documentazione” e della raccolta dei dati. L’alleggerimento degli oneri amministrativi in capo ai professionisti ridurrebbe i fattori di stress “che incidono sulla fornitura di servizi veterinari di qualità e sul benessere mentale dei Veterinari“.

  • Reati e animali, modifiche al codice penale

    Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dell’ANMVI- Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani

    Il Presidente dell’ANMVI Marco Melosi si dice “soddisfatto” dello stop alla Pdl 30. Dopo le contrarietà emerse in audizione, la Commissione Giustizia della Camera si prende un “congruo” tempo gli emendamenti. Salta il calendario: il testo non sarà in Aula la prossima settimana. Melosi: “Apprezziamo la prudenza della Commissione. Le nostre obiezioni erano fondate”.
    Siamo soddisfatti della pausa di riflessione sulla pdl 30. Il testo presenta forti criticità per la professione veterinaria”. Così il Presidente dell’ANMVI Marco Melosi commenta lo stop deciso ieri dalla II Commissione Giustizia della Camera alle proposte di modifica al codice penale in materia di reati contro gli animali”.

    Il Presidente della Commissione Giustizia, On. Ciro Maschio, ha riferito che sono in corso “interlocuzioni tra le forze politiche” che richiedono “un ulteriore lasso di tempo”. La proposta di legge non sarà in aula il 20 febbraio, come da programmazione iniziale.

    L’Associazione, in audizione la scorsa settimana, aveva evidenziato numerosi profili antigiuridici ed eccessi penalistici sull’operato dei Medici Veterinari, con l’introduzione di fattispecie colpose che non hanno precedenti nel sistema penalistico nazionale. Ai Ministri Nordio, Schillaci e Lollobrigida, l’Anmvi aveva anche segnalato l’incompatibilità di numerosi articoli con l’ordinamento delle professioni sanitarie, con le norme sui controlli ufficiali veterinari e con le produzioni alimentari di origine animale.

    La Commissione Giustizia ha rinviato ad una successiva seduta l’adozione del testo base, risultante dall’abbinamento della pdl 30, la principale in materia, con altre proposte analoghe. Anche per gli emendamenti, ha dichiarato il Presidente Maschio, è necessario un lasso di tempo “congruo” e un esame “approfondito”. A favore del rinvio si è espressa la deputata Maria Carolina Varchi (FDI) “al fine di consentire quella sintesi politica necessaria per l’adozione di un testo largamente condiviso”.

    “Apprezziamo la prudenza della Commissione. Le nostre obiezioni erano fondate”- conclude il Presidente dell’ANMVI.

    Fonte: Ufficio Stampa ANMVI – Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani

  • ANMVI al Ministro Schillaci: il nuovo Dipartimento One Health sia guidato da professionalità veterinarie

    Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dell’ANMVI (Associazione Nazionale Italiana dei Medici Veterinari)

    (Cremona, 18 dicembre 2023) –  In vista della riorganizzazione del Ministero della Salute, l’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) scrive al Ministro della Salute Orazio Schillaci: il nuovo Dipartimento One Health deve essere guidato da professionalità veterinarie.

    L’ANMVI chiede con forza al Ministro Schillaci che il nuovo “Dipartimento della salute umana, della salute animale e dell’ecosistema (One Health)” sia interamente guidato da professionalità medico veterinarie.

    Le funzioni assegnate dal nuovo regolamento di riorganizzazione al Capo del Dipartimento “One Health” e ai tre Direttori Generali richiedono competenze tecnico-scientifiche disponibili solo nel patrimonio intellettuale della classe medico-veterinaria.

    One Health: un concetto veterinario- L’ANMVI si rivolge al Ministro della Salute nel giorno in cui lo sciopero nazionale dei Dirigenti Veterinari del SSN, rende manifesto il ruolo essenziale dei Medici Veterinari italiani nel garantire quelle funzioni “one health” che saranno proprie del futuro Dipartimento ministeriale, inclusa la salvaguardia delle produzioni nazionali di origine animale, delle filiere e dell’export.

    Il Capo Dipartimento- Affidando a professionalità veterinarie il Dipartimento One Health, il Ministero della Salute acquisirebbe maggiore capacità negoziale nelle politiche one health internazionali. Basti pensare che il Capo del Dipartimento One Health è il Capo dei servizi veterinari italiani e li rappresenterà nelle istituzioni europee ed internazionali. L’ipotesi che non sia incarnato da una professionalità medico-veterinaria non può neppure essere presa in considerazione in una fase post-pandemica di nuove zoonosi emergenti e di strategie europee di matrice veterinaria come la Farm to Fork Strategy e la PAC 2023-2027 (Politica Agricola Comune).

    I Direttori Generali- Quanto alle tre Direzioni Generali del Dipartimento One Health, la guida di professionalità veterinarie – oltre ad essere coerente con le funzioni istituzionali- potenzierebbe il Ministero della Salute al proprio interno e nel concerto con gli altri Dicasteri (Ministero dell’Agricoltura, dell’Ambiente, degli Esteri, del Made in Italy, ecc.).

    L’odierna giornata di mobilitazione veterinaria è la giusta occasione per raccomandare al Ministro della Salute e a tutto il Governo una maggiore considerazione della Veterinaria nelle politiche one health nazionali e internazionali, a tutto vantaggio della loro efficacia nel tutelare la “salute unica”.

  • Lotta alla Psa: la Veterinaria chiede sostegno

    Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dell’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani)

    L’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) esprime pieno sostegno alle richieste di rinforzo e di tutela espresse in questi giorni dai Veterinari di Sanità pubblica, impegnati in tutta Italia, e in particolare nel pavese, a fronteggiare una delle emergenze di sanità animale tra le più gravi e difficili degli ultimi vent’anni: la peste suina africana.

    Nonostante non sia un pericolo sanitario per l’uomo, la Psa è una malattia animale categorizzata, in tutta l’Europa, ai massimi livelli di diffusività e letalità, tale da poter distruggere un intero comparto produttivo, economico e occupazionale. Per l’Italia, il settore suinicolo corrisponde, senza esagerazioni, a produzioni di inestimabile valore mondiale.

    La Psa è una malattia classificata dalle nuove disposizioni europee (cat. A Animal Health Law) ai massimi gradi di pericolosità, nonostante non sia assolutamente un pericolo per l’uomo, per la sua diffusività e la resistenza in ambiente del virus responsabile. Il settore suinicolo italiano, eccellenza produttiva con un grande sviluppo di export, sta affrontando l’emergenza per scongiurare una minaccia che potrebbe avere conseguenze inimmaginabili.

    La Psa corre veloce e richiede misure straordinarie tempestive e nette, tanto nei suidi selvatici che nei domestici, senza ritardi e senza interruzioni, come peraltro prescritto dalle direttive comunitarie e nazionali su solide basi scientifiche ed epidemiologiche.

    I veterinari del Sistema Sanitario Nazionale e i veterinari liberi professionisti stanno dando il massimo del loro impegno: devono essere ascoltati, supportati e tutelati da autorità competenti, dagli operatori e dalla opinione pubblica, attraverso un’opera di informazione puntuale.

    Se ancora il nostro Paese non ha compreso la portata straordinaria di questi interventi di sanità veterinaria è arrivato il momento che dal Ministro della Salute e dal Sottosegretario alla veterinaria arrivino messaggi di continuativa

  • Ostacolate le terapie immediate agli animali da compagnia

    Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dall’ANMVI 

    Un’altra inutile, gratuita e gravosa incombenza si abbatte sulle prestazioni veterinarie: secondo il parere della 10° Commissione del Senato, approvato oggi, i Medici veterinari dovranno registrare sul Sistema Informativo Nazionale della farmacosorveglianza ogni dispensazione ai proprietari di medicinali veterinari della propria scorta. E per farlo avranno tre giorni di tempo, pena pesanti sanzioni.

    L’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani si era decisamente opposta essendo fortemente contrariata ad un ulteriore intralcio burocratico alle attività di assistenza agli animali in cura, non ravvisando nessuna utilità in questo provvedimento per la farmacosorveglianza, visto che l’acquisto dei medicinali per scorta viene già effettuato esclusivamente tramite ricetta elettronica. Appare invece chiaro che lo scopo del provvedimento è quello di ostacolare la dispensazione da parte del veterinario.

    La dispensazione per inizio terapia, sancita dal DM 193/2006 era stata avvallata sia da una sentenza del TAR del Lazio che del Consiglio di Stato allo scopo di agevolare i proprietari degli animali in cura per un trattamento mirato e tempestivo, “in modo da garantire la tutela immediata del benessere animale”.

    In audizione, ieri, sul nuovo decreto dei medicinali veterinari ANMVI si era nettamente opposta alla doppia registrazione di questi medicinali, sia perché già registrati nella scorta veterinaria sia perché fanno parte di una prestazione veterinaria destinata ad animali NON produttori di alimenti per l’uomo.

    Invece, accogliendo le proposte, avanzate da soggetti diversi da ANMVI, in 10° nella Commissione ha prevalso l’esercizio burocratico fine a se stesso.

    La richiesta dell’ANMVI per il Governo è di tornare sui propri passi e di non introdurre alcuna sanzione. La cessione di medicinali veterinari per avvio della terapia immediata, è praticata con efficienza e correttezza dal 2006 a beneficio degli animali curati, senza disciplina sanzionatoria. Una simile norma vessatoria per l’esercizio della professione veterinaria per gli animali da compagnia esisterebbe solo in Italia e in nessun altro Paese né dell’Europa, né del mondo.

  • I veterinari italiani delusi dal no del Governo

    Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dell’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani)

    Governo “contrario” alla riduzione dell’IVA sulle cure veterinarie e sugli alimenti per animali da compagnia. Accolto soltanto come raccomandazione un ordine del giorno sulla Delega Fiscale

    Per la salute e il benessere degli animali da compagnia, la Delega Fiscale non sarà l’annunciata rivoluzione fiscale. Il Governo si è detto, ieri alla Camera, apertamente “contrario” all’IVA agevolata per le cure veterinarie agli animali da compagnia: 19 milioni di cani e gatti, presenti nel 40% delle famiglie italiane, continueranno ad essere “tassati” con l’aliquota massima del 22% ogni volta che ricevono cure e alimenti.
    E’ stato il Sottosegretario al MEF Federico Freni a dichiarare la contrarietà del Governo all’ordine del giorno– prima firmataria l’On Michela Vittoria Brambilla- per una revisione delle aliquote IVA nel contesto della Delega Fiscale. Dopo il rifiuto iniziale, il Sottosegretario ha accolto soltanto come “raccomandazione” l’atto di indirizzo, sollecitato in Aula dall’On Rita Dalla Chiesa cofirmataria dell’iniziativa insieme ai deputati, Saccani Jotti, Cherchi, Deborah Bergamini, Gallo, De Monte, Tenerini, Bonelli, Borrelli e Malaguti.

    L’Associazione Nazionale dei Medici Veterinari si dice profondamente delusa. Il momento è storicamente favorevole, osserva l’Associazione, mentre è troppo debole l’impegno assunto dal Governo come “raccomandazione”. La riforma fiscale era stata annunciata dal Vice Ministro Maurizio Leo come “strutturale”, addirittura una “rivoluzione”, dopo la riforma degli anni Settanta. Un’occasione storica mancata, anche alla luce della revisione europea della Direttiva IVA, viatico per ricollocare i servizi veterinari entro l’alveo delle prestazioni di prevenzione e sanità pubblica. L’ANMVI ricorda che le prestazioni veterinarie sono state esenti da IVA, in quanto sanitarie, fino agli anni Novanta.
    Le politiche di prevenzione, in chiave “one health”, dovrebbero suggerire un serio ripensamento dell’approccio fiscale alla salute animale- conclude l’ANMVI- non solo riguardo all’IVA ma anche aumentando le detrazioni fiscali delle prestazioni veterinarie. La salute degli animali da compagnia concorre alla salute pubblica.

  • Antibiotico-resistenza, ANMVI: bene target per la medicina umana

    Riceviamo e pubblichiamo una comunicato stampa dell’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani)

    Prima di oggi la strategia europea contro l’AMR (Anti-Microbico-Resistenza) non era compiutamente “one health”. Con l’odierna raccomandazione del Consiglio Europeo vengono finalmente fissati, per la prima volta, anche in medicina umana dei target di riduzione dei consumi di antimicrobici: entro il 2030 dovranno essere ridotti del 20% rispetto al 2019.

    Inoltre, vengono fissati obiettivi di riduzione delle infezioni umane causate dai batteri più resistenti (Escherichia coli, Staffilococco aureus, Klebisiella pneumoniae) e vengono forniti ai medici indirizzi di scelta degli antimicrobici seguendo le indicazioni dell’OMS. Non da ultimo, vengono raccomandati la raccolta dei dati e il monitoraggio delle prescrizioni di antibiotici nelle persone, utili ad orientare i medici e i farmacisti nell’uso prudente.

    Sono tutte azioni che nel settore della medicina veterinaria sono già in atto, con target di riduzione al 2030 ben più ambiziosi (50%). In Veterinaria si stanno già compiendo sforzi di monitoraggio dei dati di vendita, dei consumi e delle ricette veterinarie, fino alla completa rinuncia di ben 18 classi di antibiotici che i Medici Veterinari riserveranno all’esclusivo impiego in campo umano.

    La raccomandazione approvata oggi dai Ministri europei alla Salute sottolinea che mentre per gli animali d’allevamento è già stato fissato un obiettivo di riduzione dei consumi del 50 %, nel settore della salute umana non esisteva, a livello di UE, alcun obiettivo. Ciò malgrado il 70% dei casi di infezioni nell’uomo da batteri resistenti agli antibiotici sia dovuto a infezioni correlate all’assistenza sanitaria. L’Italia è il secondo Stato Membro dopo la Grecia, con il più alto numero di decessi collegati alla resistenza antimicrobica (19 su 100.000 persone nel 2020).

    Sarebbero inutili gli sforzi della Veterinaria senza interventi in campo umano di eguale portata e senza interventi di monitoraggio delle resistenze ambientali (es dispersione di antibiotici nelle acque) come quelli adottati oggi dal Consiglio dell’UE.

  • Giornata mondiale della Veterinaria

    Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani

    La medicina veterinaria è il risultato di una catena di costi economici tutti sopportati in proprio dai Medici Veterinari, senza alcun contributo pubblico. Sostenere la defiscalizzazione delle cure veterinarie: oggi lo Stato sborsa 5 centesimi al giorno

    Sabato 29 aprile si celebra la giornata mondiale della Veterinaria (World Veterinary Day). L’iniziativa è promossa, a livello globale, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul contributo dei Medici Veterinari alla salute degli animali, delle persone e dell’ambiente.  In Italia, la Giornata è l’occasione per ricordare che la medicina veterinaria non riceve aiuti finanziari pubblici e che gli sforzi dei professionisti Veterinari per garantire un elevato livello clinico e scientifico non sono ripagati da una adeguata considerazione pubblica e mediatica.

    Quest’anno la Giornata mondiale si intitola “Promuovere la diversità, l’equità e l’inclusività nella professione veterinaria”, contro ogni ostacolo che possa minare lo sviluppo e il benessere dei singoli professionisti e della collettività veterinaria. A livello globale, la professione veterinaria soffre ancora varie forme di disparità e tra i sistemi veterinari sono ancora presenti importanti dislivelli di competenza e scarso riconoscimento istituzionale e sociale.

    L’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI) mette in luce il messaggio della Giornata mondiale: i Medici Veterinari sono i professionisti della salute e del benessere animale. Si sono formati per mettere al servizio delle popolazioni animali una Medicina Veterinaria basata su investimenti personali ed economici. In Italia, questi sforzi sono integralmente sostenuti in proprio dai Medici Veterinari. Tuttavia questo aspetto.

    Vale la pena ribadire, nella Giornata mondiale, che la medicina veterinaria è una catena di valore che ha dei costi economico-finanziari in tutte le sue fasi – dalla produzione di materiali e strumenti sanitari fino alla prestazione intellettuale sul paziente-animale. In nessuna di queste fasi sono riconosciuti aiuti pubblici ai Medici Veterinari. Né sono riconosciuti sostegni alla spesa finale delle cure. Fanno eccezione le detrazioni fiscali: 5 centesimi al giorno che l’ANMVI chiede al Governo di innalzare a livelli dignitosi.

  • Sanità animale, ANMVI: ‘Che Tempo Che Fa’ ne parli con i Medici Veterinari

    Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani

    È uno schiaffo alla sicurezza alimentare nazionale sostenere – come ha fatto il conduttore di Che Tempo Che Fa, Fabio Fazio – che “assumiamo antibiotici senza saperlo”. Nessun animale in corso di trattamento farmacologico può produrre alimenti destinati al consumo umano. Lo dice la Legge e lo dicono i Veterinari, il Ministero della Salute, l’Unione Europea e l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA, con sede a Parma).

    Ed è pura disinformazione affermare, come fa il prof. Roberto Burioni, che negli allevamenti si pratichi “l’utilizzo degli antibiotici per fare crescere di più di peso gli animali”. In Italia, come in tutta la UE, non lo si fa. E non lo si fa ormai da quasi vent’anni, sulla base di norme sull’alimentazione animale che vietano l’uso degli antibiotici come promotori della crescita dal 1° gennaio 2006.

    I farmaci ad uso veterinario, antibiotici compresi, sono necessari alla salute e al benessere degli animali. Il compito di garantire animali e consumatori di alimenti di origine animale è affidato ai sistemi veterinari degli Stati Membri. E l’Italia vanta un sistema veterinario tra i migliori al mondo.

    Auspichiamo che una trasmissione – con meritato seguito – come Che Tempo Che Fa voglia rettificare e, per il futuro, far parlare di sanità animale i Medici Veterinari.

    Ufficio Stampa ANMVI – Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani – 0372/40.35.47

  • ANMVI: nuovi obblighi frutto di interpretazioni sbagliate e speculative

    L’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI) sollecita il Governo, e in particolare il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, affinché venga urgentemente chiarito che l’attività veterinaria è fuori dal campo di applicazione dalla normativa ADR (Agreement Dangerous goods by Road) sul trasporto di merci pericolose.

    Questa normativa, da decenni, riguarda esclusivamente le fasi e gli operatori del settore trasporti e non l’attività sanitaria dei Medici Veterinari.

    ANMVI respinge interpretazioni errate e non prive di intenti speculativi, che pretendono di attribuire all’attività veterinaria l’obbligo di dotarsi, dal 1° gennaio 2023, di nuovi costosi oneri, come la nomina di un Consulente ADR, pena sanzioni.

    ANMVI puntualizza che:

    -i rifiuti sanitari speciali prodotti dall’attività veterinaria sono già regolarmente gestiti a norma di legge e conferiti a ditte specializzate nel loro corretto ritiro e smaltimento.

    -l’attività veterinaria, una volta perfezionato il conferimento, non ha alcuna responsabilità sulle successive fasi di trasporto.

    Il Governo intervenga urgentemente con un chiarimento, anche per fermare comportamenti speculativi e di disturbo dell’attività veterinaria.

    Ufficio Stampa ANMVI – Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani

Pulsante per tornare all'inizio