
Ue scuola di confronto. La lectio dell’on. Muscardini agli studenti in visita all’Istituto universitario europeo
Il tavolo come sede di confronto, come luogo dove perseguire un compromesso che appiani i dissidi. E’ questo il tema discusso tra l’on. Cristiana Muscardini e gli studenti in visita presso l’Archivio storico dell’Istituto universitario europeo di Firenze nell’ambito dell’annuale confronto che l’Istituto promuove con le scuole per avvicinare le nuove generazioni alle istituzioni comunitarie.
L’Unione europea, ha spiegato Muscardini, si regge sul confronto tra i 27 Paesi aderenti e sull’unità di intenti che questi possono raggiungere e trasmettere alle istituzioni comunitarie quando si riuniscono nelle sedute del Consiglio europeo. L’unità di intenti non è certo facile da perseguire, tanto più laddove le decisioni devono essere prese all’unanimità, principio che la stessa Ue non è riuscita a superare a favore del voto di maggioranza sempre e comunque in seguito al flop del progetto di revisione dell’architettura europea messo a punto anni fa dalla Convenzione europea (di cui la stessa Muscardini ha fatto parte).
Per quanto al ribasso possa essere un accordo, ha lasciato intendere Muscardini, quest’ultimo sarà sempre meglio di un mancato accordo. Il mancato accordo col generale afghano Massoud nel 2001, quando questi cercò di avvisare che Al Qaida stava preparando qualcosa di grosso contro l’Occidente, portò alle Twin Towers, previo assassinio due giorni prima dello stesso Massoud. E i dazi con cui Trump pensa di regolare oggi le interconnessioni economiche globali, ha proseguito Muscardini, dimostrano come l’unilatelarismo abbia effetti distruttivi laddove qualcuno pensa di poterlo praticare. Lo sanno bene, lo hanno sperimentato in modo drammatico se non letale, anche i dissidenti russi.
Ecco allora, questo il messaggio che l’Istituto e l’on. Muscardini hanno proposto agli studenti nella loro visita, l’importanza di imparare, studiare quanto è successo ed è conservato come memoria storica documentata negli archivi, per sapersi districare tra voci, interessi, fonti di informazione mai così numerose come nell’epoca in cui tecnologia e social media offrono un microfono a tutti (vera, fasulla o strumentale che sia la voce che mettono in circolo), e per sapersi misurare con gli altri sapendo quali sono gli interessi e i valori di ciascun partecipante al confronto e quali quindi le possibilità realistiche di trovare un’intesa che eviti di irrigidirsi in contrapposizioni frontali.