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Toghe&Teglie: tagliolini al nero di seppia e ragù di mare

Fabio Belloni

Buongiorno ai lettori di questa rubrica, sono Fabio Belloni, avvocato penalista milanese del Gruppo Toghe & Teglie e sono al mio esordio con un piatto semplice ma di grande impatto, anche cromatico, che ci riporta alla spensieratezza delle vacanze.

La parte più difficile dell’operazione è procurarsi e maneggiare il nero, perché macchia terribilmente: ma con un minimo di pazienza, l’operazione è fattibile.

Procuratevi una o più seppie freschissime, sfilate delicatamente l’osso e poi tirate la testa sino ad estrarre la parte interna: nella parte terminale si noteranno due sacchettini neri, che separerete dal resto per essere conservati. Se poi proprio non ve la sentite, il nero lo si trova già confezionato.

Per quattro persone mettete nella ciotola della planetaria 300 grammi di farina (io consiglio un mix con un 50% di farina di grano duro), fate la fontana, aggiungete due uova, un pizzico di sale, un goccio d’olio ed aprite una o più sacche di nero (ovvero la bustina).

Mettete il gancio impastatore al lavoro lentamente, aggiungendo man mano un po’ d’acqua, sino ad ottenere una palla di pasta bella elastica.

Coprite con un panno la ciotola ed avrete una mezz’ora a disposizione per impostare il ragù di condimento, che sarà – programmaticamente – a breve cottura, dato che gli ingredienti saranno cozze, vongole e gamberi rigorosamente freschissimi (nel dubbio, lavorate sul surgelato di qualità). Sgusciateli e tenete da parte carapaci e teste, che utilizzerete nella preparazione di un fumetto, da passare poi nel colino chinois, schiacciando le teste, per recuperare densità e sapore.

Fate ora aprire cozze e vongole unendo qualche cucchiaio d’acqua profumata al vino bianco ed all’alloro, conservando accuratamente il liquido ricavato.

A questo punto mettete mano alla pasta: se vi sentite virtuosi, con il matterello, ma non si offende nessuno se sfodererete l’Imperia motorizzata della nonna (o equivalente).

Lavorando a macchina, dopo il primo passaggio fate la classica piega in tre e poi andate progressivamente a stringere i rulli, ma non arrivate all’ultimo: creando tre – quattro sfoglie per volta, nel tempo di attesa la pasta si ritirerà leggermente, facendo così ottenere un tagliolino più corposo che stenderete ad asciugare.

Avviate l’acqua per la pasta, senza eccedere nel sale.

In un robot, o a coltello, riducete cozze, vongole (recuperate dall’apertura gusci) e le code di gamberi crude portandole alla consistenza di una battuta, aiutandovi se del caso con l’acqua dei molluschi.

Calcolando bene i tempi, fate saltare a fuoco vivo qualche pomodorino spaccato in quattro, aggiungete quindi la base di fumetto, indi la battuta di ragù e qualche foglia di basilico stracciato a mano e portate a consistenza con i liquido di apertura dei molluschi o acqua di cottura.

Avrete nel frattempo gettato in acqua e poi scolato i tagliolini, che potrete presentare impiattati a classico nido, aggiungendo un filo d’ottimo olio evo, suggerisco quello ligure.

Ora guarnite i tagliolini con il ragù decorando con un ciuffetto di basilico appena tolto dalla pianta.

Il piatto è pronto e per favorire il buonumore dei commensali suggerisco, in abbinamento, un metodo classico: per esempio un Top Zero (un pas dosè di ottimo pinot nero) di Giorgi di Canneto Pavese.

Buon appetito e…a presto!

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