Attualità

Il reso ed il dumping

Dall’inizio dell’anno il colosso dell’e-commerce Amazon ha perso il 42% del proprio valore in borsa a causa delle trimestrali deludenti e di una possibile flessione dei consumi nei prossimi mesi.

Il “nuovo” modello di sviluppo del retail, letteralmente esploso durante le restrizioni pandemiche ed eletto come vincente tanto dall’Europa progressista quanto dall’Italia Illuminata, si dimostra adesso nella propria fragilità, esattamente come tutti gli altri operatori economici all’interno di un periodo di forte crisi e di una probabile recessione economica. Andrebbe, infatti, ricordato come nella strategia del gigante americano si intravede anche un ridimensionamento della forza lavoro con il licenziamento di oltre 10.000 lavoratori per riequilibrare una struttura finanziaria in forte difficoltà.

Nel frattempo, però, la sua attività di ricarichi minimi e servizi gratuiti ha messo in difficoltà le Pmi della distribuzione, causandone la chiusura di oltre centomila e con la perdita di professionalità trentennali, portando alla desertificazione dei centri storici e delle periferie di tutte le città.

All’interno di questa “improvvisa” flessione, e sempre per abbassare i costi della struttura, dall’inizio dell’anno verrà annullata la possibilità dei “resi gratuiti” per i prodotti acquistati in rete. Un plus che ha rappresentato una vera forma, pur se assolutamente legittima, di dumping nei confronti dei canali della distribuzione tradizionale e, contemporaneamente, ma sempre sottovalutata dal mondo progressista, l’esplosione di inquinamento causato dall’autotrasporto nel servizio di andata e ritorno del medesimo prodotto.

La sua sospensione per una evidente insostenibilità economica, dimostra anche come l’obiettivo della società statunitense fosse rappresentato più dalla ricerca dell’estinzione della concorrenza esistente che non da una semplice marginalità, un obiettivo, ora con la perdita della capitalizzazione, divenuto finanziariamente insostenibile.

Si aprono, quindi, nuovi orizzonti nel mondo retail anche grazie ad un riequilibrio direttamente sul campo tra i diversi operatori, nel quale la concorrenza potrebbe finalmente esprimersi semplicemente attraverso le competenze espresse e non più dal conseguimento di obiettivi, sostenuti dalla leva finanziaria, come l’annientamento della concorrenza.

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