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L’illusione di un pasto gratis

Uno degli argomenti che contrappone le diverse visioni politiche ed economiche espresse nel Parlamento è relativo all’utilizzo del Mes, a maggior ragione ora che i titoli del debito pubblico presentano un rendimento negativo come logica espressione di una fortissima politica monetaria espansiva della Bce.

Nessuno, tuttavia, sembra in grado di cogliere i costi di questa politica monetaria espansiva, in particolare gli schieramenti politici con i propri economisti i quali addirittura chiedono, o meglio pretenderebbero, delle emissione di titoli del nostro debito senza limiti, a maggior ragione adesso, con tassi negativi.

Un debito pubblico, come i suoi costi complessivi del servizio, per sua stessa natura ricade sulle generazioni future. La storia italiana dimostra come per tutte le emissioni di debito pubblico nessuno dei responsabili governativi risulti chiamato a risponderne.

Rispetto, quindi, alla vita quotidiana dei cittadini italiani la classe politica vive in una sorta di assoluta irresponsabilità relativamente agli effetti delle proprie scelte politiche ed economiche.

Viceversa, un atteggiamento prudenziale, in particolar modo in un periodo di grande incertezza come quello attuale, dovrebbe riportare entrambe le visioni economiche ad una maggiore consapevolezza e responsabilità in relazione al nuovo debito sia sotto forma di Mes che di nuove emissioni di titoli del debito stesso, anche se a tassi negativi.

Sembra sfuggire incredibilmente ad entrambi gli schieramenti il costo reale per i contribuenti rappresentato dalla “depatrimonializzazione nel risparmio privato” (https://www.ilpattosociale.it/attualita/la-politica-monetaria-e-la-depatrimonializzazione-del-risparmio/).

Ancora oggi buona parte degli schieramenti politici si illude che un debito negativo non abbia costi ma solo vantaggi invitando di conseguenza ad una proliferazione di emissioni di titoli del debito italiano.

All’interno di un ciclo economico con tassi negativi che avvantaggia la spesa pubblica contemporaneamente il loro peso (ed in forma positiva quindi come un costo) viene trasferito ed assume forma e peso attraverso la depatrimonializzazione del risparmio il cui peso grava sulle spalle dei contribuenti, soprattutto per i risparmiatori.

Una ulteriore insostenibile forma di irresponsabilità della politica la quale si aggiunge al debito odierno con effetti per il futuro in forma di costi immediati del servizio allo stesso ma scaricati sul risparmio privato.

Non capirlo è grave ed indice di una superficialità imbarazzante perché potrebbe contribuire alla illusione di un debito a costo negativo come la Panacea per ogni problema.

Sembra incredibile come nessuno abbia ancora compreso il valore del principio che in economia “Nessun pasto è gratis…” di Milton Friedman.

Non conoscere, o peggio, ignorare le conseguenze a medio e lungo termine di queste politiche monetarie espansive rappresenta un’altra forma del nostro declino culturale.

Inserire nuova liquidità in un sistema che la disperde, tanto da non essere neppure in grado di utilizzarla, come dimostrano i 20 miliardi da 10 mesi bloccati ed inutilizzati nel fondo infrastrutturale, non produce alcun effetto anticiclico.

La politica monetaria espansiva nel nostro Paese, quindi, con la irresponsabile emissione di ulteriore debito pubblico senza alcuna ricalibratura della spesa pubblica produrrà come uno unico effetto scaricare i vantaggi dei tassi negativi per lo Stato in forma di costi aggiuntivi per i risparmiatori.

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