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Anche in Tunisia si contesta l’inettitudine del governo, ma lì scattano centinaia di arresti

Sono centinaia le persone arrestate dalla polizia tunisina durante gli scontri notturni con i giovani che protestano contro il governo. Secondo l’ultimo bilancio, il numero dei fermati è superiore a 630, considerando le diverse città del Paese nordafricano teatro dei disordini.

Le manifestazioni sono state scatenate dalla difficile situazione socio-economica nel 10/mo anniversario, caduto giovedì scorso, della rivolta che diede origine alla primavera araba e che portò alla destituzione del presidente Zine El-Abidine Ben Alì. Da quel giorno la Tunisia sarebbe in lockdown anti-Covid dalle 16 fino alla mezzanotte, ma questo non ha scoraggiato migliaia di giovani dal riversarsi sulle strade per 3 notti consecutive. Molti degli arrestati hanno fra i 14 e i 17 anni, secondo quanto riferito dal ministero dell’Interno, e gli scontri sono stati particolarmente accesi a Ettadhamen, un quartiere della banlieue nord-orientale di Tunisi.

Qualche notte dopo si è ripetuto lo stesso copione dei giorni precedenti: sassaiole, esplosioni, fuochi d’artificio lanciati dai tetti delle case da parte dei giovani manifestanti a cui la polizia e la gendarmeria hanno reagito con gas lacrimogeni per spingerli a tornare nelle proprie abitazioni.

Il mese di gennaio in Tunisia è ormai tradizionalmente segnato da proteste e manifestazioni, in concomitanza con l’anniversario della Rivoluzione dei gelsomini e la caduta del regime di Ben Ali, ma quest’anno l’appuntamento è stato ostacolato da un confinamento totale di quattro giorni deciso per arginare la seconda ondata di coronavirus.

I disordini notturni si verificano in un contesto di grave peggioramento della situazione politica, economica e sociale del Paese. A fare da sfondo sono le accese tensioni tra le varie forze politiche che siedono in Parlamento, molto frammentato dalle elezioni del 2019, mentre il governo sempre più indebolito è stato oggetto di un rimpasto sabato scorso ed è in attesa del voto di fiducia dei deputati. Tunisi, Biserta, Menzel Bourguiba, Sousse, Nabeul, Kasserine e Siliana sono state le aree maggiormente colpite dalle azioni sovversive dei giovani che hanno incendiato copertoni, saccheggiato negozi e aggredito agenti di polizia.

Intanto nel Paese e sui social network monta la rabbia verso una classe politica litigiosa, che non è in grado di gestire la pandemia di Covid-19 (il bilancio è di oltre 180 mila contagi e 5.692 vittime su quasi 12 milioni di abitanti) mentre la situazione economica e lavorativa sta peggiorando, con l’aumento dei prezzi, della disoccupazione e l’inefficienza dei servizi pubblici.

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