
In attesa di Giustizia: il Sogliolone d’oro
Un grande penalista milanese che oggi non c’è più, Corso Bovio, negli anni ’90 del secolo scorso – segnati dal fenomeno di Mani Pulite e dal disinteresse creativo per le garanzie degli indagati – aveva istituito un premio: il Sogliolone d’Oro che veniva attribuito al Giudice per le Indagini Preliminari più appiattito sulle richieste della Procura, in particolare quelle di arresto; Corso si procurava una sogliola di plastica, di quelle che sono montate su una specie di cornice, hanno le pile e si dibattono a comando e andava a consegnarla personalmente all’onorificato di turno ed in quegli anni, qualcun altro, Dino Cristiani, penalista Presidente della Camera Penale di Pavia, spiegava che l’acronimo GIP stava per Giudice Inutile Preliminare, anche considerando l’inesistente funzione filtro disponendo il rinvio a giudizio anche con riguardo alle imputazioni più azzardate.
Qualcosa però è cambiato: la Procura di Milano da qualche giorno ha aperto le ostilità con l’Ufficio GIP, chiedendo la ricusazione di due giudici perché non allineati con le ipotesi della Procura con buona pace della indipendenza della magistratura che implica anche quella dei giudici (che la Costituzione vuole tersi ed imparziali) dalle richieste dei pubblici ministeri. A finire sulla graticola sono stati Tommaso Perna e Roberto Crepaldi per due vicende diverse tra loro ma sintomatiche che quando il gip si spalma sulle ipotesi della Procura va bene – molto apprezzati, soprattutto, gli ordini di custodia in carcere con un copia-incolla delle richieste del P.M. – ma se ardisce distaccarsi dall’impianto accusatorio deve essere messo al bando in nome della infallibilità dell’organo inquirente.
Perna è il giudice delle indagini preliminari che non ha accolto se non in parte assolutamente minima 150 richieste di arresto richieste dalla Direzione Distrettuale Antimafia che ipotizza un’alleanza Cosa Nostra-Camorra-’Ndrangheta nel Milanese. Secondo la Procura la colpa di Perna (contro il quale si spara a palle incatenate chiedendo un’azione disciplinare ed inoltrando una denuncia penale a Brescia) è quella di essere stato citato in alcuni colloqui difensivi tra indagati e legali – vietate dalla legge – come possibile destinatario di istanze di scarcerazione poi respinte, ma tant’è…- in seguito a legittime e usuali interlocuzioni tra difensori e giudice trasformate in grimaldelli per paventare la commissione di condotte penalmente rilevanti. Mah…
Il GIP Crepaldi, invece, è destinatario di una sollecitazione ad astenersi avanzata dal P.M. Francesco De Tommasi, il magistrato che ha condotto le indagini sulla trentasettenne Alessia Pifferi, condannata all’ergastolo per omicidio perché nel luglio del 2022 lasciò per una settimana da sola a casa la figlia di un anno, morta di stenti e di fame. De Tommasi aveva aperto un’indagine a carico di quattro psicologhe del carcere di San Vittore, di uno psichiatra e dell’avvocato della donna a processo in corso consentendo che ne fosse dato ampio risalto sui media. Tutto ciò aveva già condotto una Collega P.M, coassegnataria del fascicolo a rimettere la delega prendendo le distanze da De Tomasi mentre Crepaldi, attraverso un comunicato dell’ANM aveva stigmatizzato l’accaduto, senza entrare nel merito della vicenda, nell’ottica di un «sereno svolgimento del processo, a tutela di tutte le parti processuali». Il P.M. aveva già chiesto in precedenza che Crepaldi si astenesse dal giudicare in giudicare questo secondo filone d’indagine ma così non è stato e nel frattempo Crepaldi è diventato noto per aver rigettato la richiesta di arresto di alcuni avvocati perché a parere della Procura farsi pagare dai propri clienti se non producono il modello Unico o una busta paga equivale a commettere il reato di riciclaggio.
Al netto delle valutazioni che si possono fare, vicende come queste dimostrano la necessità ed urgenza di separare carriere e funzioni inquirenti e giudicanti anche perché il vero problema sarà – una volta distinti i concorso e diversificati i CSM – modificare una diffusa mentalità: quella che fa vincere il Sogliolone d’Oro.