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Via Montenapo a Tunisi: il made in Italy spopola nel Paese africano

Il Made in Italy guida la classifica degli scambi commerciali della Tunisia anche nel 2024, confermando un trend che dura già da qualche anno. L’Italia è infatti il primo fornitore del Paese nordafricano con 9,7 miliardi di dinari (2,9 miliardi di euro) di merci esportate nel 2024, in calo del 2,8% rispetto al 2023 (9,9 miliardi di dinari, circa 3 miliardi di euro), ma pur sempre avanti agli altri Paesi competitor. Seguono la Cina con 9,1 miliardi di dinari o 2,7 miliardi di euro (+7,8%), la Francia con 8,3 miliardi di dinari o 2,5 miliardi di euro (+0,5%), l’Algeria con 6 miliardi di dinari o 1,8 miliardi di euro (+9,2%).

Tra i principali prodotti esportati dall’Italia verso la Tunisia vi sono materie prime energetiche (petrolio raffinato), metalli, tessuti, cuoio e pellami, apparecchi di cablaggio, materie plastiche e prodotti in plastica, motori generatori e trasformatori, prodotti chimici e farmaceutici, impianti e macchinari. Tra i principali prodotti che l’Italia invece importa figurano gli articoli di abbigliamento e calzature, parti e accessori per veicoli, oli e grassi, motori generatori e trasformatori, articoli in plastica, prodotti chimici e fertilizzanti, prodotti della siderurgia, petrolio greggio.

Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica (Ins) nel 2024 il commercio estero tunisino ha mostrato segni contrastanti. Le esportazioni hanno mantenuto lo stesso livello dell’anno precedente, attestandosi a 62 miliardi di dinari (18,8 miliardi di euro), mentre le importazioni sono aumentate del 2,3%, raggiungendo 81 miliardi di dinari (24,56 miliardi di euro). Nonostante la stabilità delle esportazioni, il commercio estero tunisino ha chiuso il 2024 con un saldo negativo più ampio rispetto all’anno precedente. Il deficit commerciale è aumentato di quasi 2 miliardi di dinari (610 milioni di euro), raggiungendo i 18,9 miliardi di dinari (5,73 miliardi di euro). Il tasso di copertura, che misura il rapporto tra esportazioni e importazioni, è sceso di 1,8 punti percentuali, attestandosi al 76,6%.

Secondo Ins, la stabilità delle esportazioni nel 2024 deriva da un lato dall’aumento delle esportazioni del settore delle industrie agroalimentari (+14,6%), del settore energetico (+0,5%) nonché delle esportazioni dei settori meccanico ed elettrico (+1,2%) e, dall’altro, dal calo delle esportazioni del settore minerario, fosfati e derivati (-26,3%) e di quelle del tessile, abbigliamento e pellami (-4,8%). L’aumento delle importazioni (+2,3 per cento) deriva dall’incremento registrato nelle importazioni di prodotti energetici (+9,1%), beni strumentali (+5,6%) e beni di consumo (+6,3%). In flessione si sono invece registrate le importazioni di materie prime e semilavorati (-2,6%) e il gruppo dei prodotti alimentari (-6,1%).

Le esportazioni tunisine verso l’Unione europea (69% del totale) sono diminuite dell’1,8%. Questo sviluppo si spiega da un lato con il calo delle esportazioni da Tunisi verso alcuni partner europei, come la Francia (-4,6%) e il Belgio (-1,5%), e dall’altro con l’aumento osservato con l’Italia (+2,5%), la Germania (+1,5%) e la Spagna (+0,4%). Verso i Paesi arabi, invece, le esportazioni sono aumentate con Algeria (+37,6 %) ed Egitto (+8%). In calo, invece, la Libia (-7,5%) e il Marocco (-5,9%). Le importazioni dall’Ue sono invece aumentate del 2% nel 2024, raggiungendo 35,1 miliardi di dinari (10,4 miliardi di euro). Al di fuori dell’Ue, la Cina, l’India e la Svizzera hanno aumentato le loro esportazioni verso la Tunisia, mentre Russia e Turchia hanno registrato una contrazione.

La bilancia commerciale tunisina ha registrato un deficit di 18,9 miliardi di dinari (5,7 miliardi di euro) nel 2024. Ciò è principalmente dovuto agli scambi con alcuni Paesi chiave. In particolare, i maggiori deficit si sono registrati con la Cina (-9 miliardi di dinari, circa 2,7 miliardi di euro), la Russia (-5,3 miliardi di dinari, circa 1,6 miliardi di euro), l’Algeria (-4,3 miliardi di dinari, circa 1,3 miliardi di euro), la Turchia (-2,8 miliardi di dinari, circa 860 milioni di euro), l’India (-1,4 miliardi di dinari, circa 445 milioni di euro) e l’Ucraina (-1,3 miliardi di dinari, circa 406 milioni di euro). D’altro canto, il saldo della bilancia commerciale delle merci ha registrato un surplus con gli altri Paesi, principalmente Francia (5,1 miliardi di dinari, 1,5 milioni di euro), Germania (2,3 miliardi di dinari, 716 milioni di euro), Italia (1,9 miliardi di dinari, 592 milioni di euro), Libia (2,2 miliardi di dinari, 696 milioni di euro) e Marocco (267,8 milioni di dinari, 81,1 milioni di euro). Il forte aumento del deficit energetico, che è passato da 9,6 miliardi di dinari a 10,8 miliardi di dinari (3,2 miliardi di euro), ha pesato significativamente sulla bilancia commerciale complessiva. Escludendo l’energia, il deficit si è ridotto a 8 miliardi di dinari (2,4 miliardi di euro).

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