Il re è nudo
L’articolato studio che Mario Draghi ha presentato alla Commissione e a tutta l’Europa, frutto di studi ed analisi approfonditi senza linguaggi politically correct, dimostra ancora una volta che non c’è più tempo da perdere per correggere le storture ed inadempienze di questi anni.
Draghi, sintetizzando, parla chiaro della necessità della Difesa comune, intesa a largo raggio, e cioè difesa non solo militare ma di intelligence, tecnologia, valori, economia, cultura, e chiede meno burocrazia e più attenzione ai grandi temi ed alle necessità comuni rinunciando, a favore della sussidiarietà, a quell’Europa elefante burocratico, e talvolta superficiale, che imponeva scelte e decisioni che gli Stati membri avrebbero potuto e voluto risolvere autonomamente.
Un’Europa, capace di affrontare i temi del terzo millennio, dall’immigrazione alle terre rare, dalla ricerca tecnologica al rispetto dell’industria ma anche delle piccole imprese, dalla dimensione umana alla visione del futuro, deve essere decisa ad affrontare uno sforzo economico e politico come fino ad ora non ha saputo o voluto fare, anche per colpa del voto a maggioranza.
L’abbiamo scritto e riscritto, non certo per primi ma altrettanto certamente non tra gli ultimi, visto gli anni che sono passati dalla prima volta, che l’Europa, e Draghi al proposito è stato molto chiaro, deve, senza paure, procedere su strade simili a quelle già applicate per l’euro. Draghi parla di trattati intergovernativi, di cooperazioni rafforzate, di un più esteso voto a maggioranza qualificata, noi ricordiamo che per arrivare alla moneta unica si decise, e fu accettato, che alcuni paesi potessero rimandare l’ingresso fino al momento nel quale si sarebbero sentiti pronti perciò non è il caso di spaventarsi di fronte all’ipotesi di un gruppo di paesi che per primi diano vita a quella Unione politica, di difesa comune, di comune politica economica, agricola ed industriale, che non possono attendere ulteriormente, gli altri seguiranno via via.
Un’Europa concentrica che sia aperta ad ogni collaborazione ma consapevole che a rischio non è più soltanto il nostro benessere ma la stessa libertà e democrazia.