I cibi pronti vanno consumati con parsimonia
Non soltanto piatti pronti, ma anche il pane quando confezionato con emulsionanti o stabilizzanti chimici, persino l’inimmaginabile yogurt se prodotto con additivi e aromi. I cibi ultra processati, cioè trasformati secondo processi industriali, stanno pian piano diventando la base della nostra dieta quotidiana. Il loro consumo è in aumento in tutto il mondo: costituiscono circa il 60% dell’apporto calorico giornaliero di Paesi ad alto reddito come Stati Uniti e Regno Unito.
Gli alimenti ultra-processati sono però ricchi di additivi e grassi ma poveri di fibre e nutrienti, e quindi sono tanto invitanti per il palato quanto estremamente dannosi per la salute. Contengono infatti una lunga lista di ingredienti (da cinque in su) di cui molti sono additivi artificiali (coloranti, emulsionanti, edulcoranti o addensanti) usati allo scopo di esaltarne i sapori e renderne più gradevole la consistenza. Nel fare la spesa bisognerebbe tenere a mente innanzitutto che meno ingredienti ci sono sull’etichetta, più è probabile che il prodotto sia salutare mentre quando ingredienti ed additivi si moltiplicano aumenta la possibilità che il cibo sia super-lavorato e quindi da consumare con parsimonia.
“Un consiglio che possiamo dare per ridurre il consumo di cibi ultra-processati – afferma Carlotta Franchi, responsabile del Laboratorio di Farmacoepidemiologia e Nutrizione Umana dell’Istituto Mario Negri – è quello di imparare a leggere con attenzione le etichette alimentari per fare acquisti consapevoli. È importante cercare di riempire il carrello della propria spesa prevalentemente con cibi freschi o minimamente processati come frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce e carne magra, da cucinare a casa. È anche importante imparare a pianificare i pasti, così da non trovarsi a dover ricorrere a soluzioni rapide e poco salutari, al di fuori dell’ambiente domestico. Inoltre iniziare a fare piccoli cambiamenti, come sostituire uno snack confezionato con della frutta o uno yogurt naturale, può fare una grande differenza nel tempo. E per le mamme è importante adottare ed educare i loro bambini ad uno stile alimentare sano fin dai primi mesi di vita, in modo da non trascinare abitudini scorrette negli anni a venire”.
Uno studio pubblicato su Nature Review Immunology ha evidenziato un collegamento tra diete ricche di cibi ultra-processati e un aumento del rischio di sviluppare malattie legate a disfunzioni del sistema immunitario, come la malattia infiammatoria intestinale (disturbo legato a varie patologie tra cui colite ulcerosa, Morbo di Crohn e colite ischemica) e malattie autoimmuni (ad esempio la celiachia, la tiroidite di Hashimoto, la sclerosi multipla, il lupus eritematoso sistemico o il diabete di tipo1).
Un alto studio, pubblicato su The Lancet, “European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (Epic)”, che ha coinvolto più di 250mila volontari di sette paesi europei, ha evidenziato che maggiore è il consumo di alimenti ultra-processati, più alto è il rischio di soffrire di multimorbilità, ossia di una combinazione di due o più malattie croniche tra cui cancro, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. Infine, un altro studio, durato ben 30 anni condotto dalla TH Chan School of Public Health dell’Università di Harvard e pubblicato sul British Medical Journal, ha rivelato che un consumo eccessivo di alimenti ultra-processati è associato a un aumento del 4% del tasso di mortalità. L’aumento del rischio di mortalità per i consumatori assidui di cibi ultra-processati è stato confermato anche da una ricerca condotta dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli (IS) e pubblicata sull’ American Journal of Clinical Nutrition.