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Tra sogni e realtà alla fine del 2024

Erdogan sogna l’impero ottomano e qualche passo in avanti sembra lo abbia fatto vista la nuova realtà siriana, i suoi sempre buoni, e reciprocamente interessati, rapporti con il mondo occidentale e le diverse situazioni nelle quali è stato e sarà almeno coprotagonista di livello.

Putin sogna una grande Russia sempre più imperiale e ha fatto qualche passo indietro visto che dopo quasi tre anni non ha sconfitto l’Ucraina mentre la Georgia e la Moldavia sognano, anche con coraggio e rischio in piazza, l’Europa, il suo amico Lukashenko ha dichiarato che sceglierà lui, e non lo zar, i siti dove piazzerà le armi russe, il Kazakistan non ha aderito all’alleanza militare con la Russia ed alcune repubbliche ex sovietiche e, come ultimo atto di un periodo nel quale ha sacrificato 700.000 russi, morti sul campo, è costretto ad ospitare il sanguinario Bashar al Assad e cercare di mettersi d’accordo con Al Jolani, il nuovo capo siriano, ed Erdogan  per non perdere le sue basi in Siria.

Gli Stati Uniti sognano di tornare ad essere ancora di più centrali nella soluzione della guerra in medio oriente e in Ucraina e di ottenere che i paesi europei aumentino gli stanziamenti militari, intanto devono fare i conti con l’immigrazione, la violenza interna e la sempre più attiva concorrenza del mondo asiatico, insomma problemi e confusioni.

L’Iran, che sognava di dare vita ad una specie di guerra che avrebbe dovuto riunire il mondo arabo, vede cadere invece il suo alleato siriano e indebolito Putin, altro alleato all’insegna del vecchio detto: chi è nemico del mio nemico è mio amico.

Israele sogna di poter vivere senza dover continuare a difendersi e a piangere morti ed ostaggi, uno stato, una nazione riconosciuta e rispettata da tutti e che finisca nel mondo quell’antisemitismo mai sopito e che si è risvegliato quasi ovunque.

Tutte le persone normali, se normali è un termine che si può ancora usare, sognano che la Palestina diventi uno stato libero indipendente e senza terroristi, che il terrorismo sia sconfitto ovunque si annidi.

L’Unione Europea non sa esattamente cosa sognare perché una gran parte degli Stati e dei cittadini dell’Unione vorrebbero finalmente e velocemente realizzata quell’Unione politica e militare, della quale si parla da decenni inutilmente, mentre l’opposizione di Orban e l’indecisione di qualche altro crea una eterna situazione di stallo dovuta al voto all’unanimità in Consiglio. L’Europa dovrebbe non sognare ma agire modificando finalmente quella parte dei trattati che la condannano ad essere ininfluente politicamente e ormai debole anche sul piano commerciale.

Il continente africano, in alcune aree terra di conquista cinese ed in parte russa, in altre violentato dal terrorismo e messo a dura prova dalle carestie e dalle povertà, sogna governi più attenti alle necessità dei popoli e capaci di dare sviluppo reale a territori che, pur essendo in molti casi ricchi di grandi risorse, necessitano di strutture ed infrastrutture costruiti senza contratti capestro siglati con i paesi più sviluppati.

La Cina non sogna perchè non ne ha bisogno, il presidente Xi Jinping ha ancora una volta le carte in mano per poter giocare le partite che sono più utili al Dragone, le sue zone di influenza, politica e commerciale, il grande salto tecnologico fatto in tutti i campi, le ricchezze dovute non solo alle terre rare e le debolezze altrui le consentono di misurarsi con tutti da una posizione dominante.

Noi vorremmo sognare, ci sforziamo di farlo ma non è così semplice!

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