
La Polonia spinge la Ue a bandire il gas liquefatto russo
La Polonia e altri nove paesi dell’Unione europea stanno esercitando pressioni per rafforzare le sanzioni contro la Russia, proponendo restrizioni più severe sulle esportazioni di gas naturale liquefatto (Gnl). L’obiettivo di tale misura è ridurre le capacità di finanziamento di Mosca che, perlopiù, vengono utilizzate per sostenere i costi del conflitto in Ucraina. In una proposta congiunta, visionata dall’edizione europea di “Politico”, Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Danimarca, Svezia, Finlandia, Repubblica Ceca, Romania e Irlanda hanno chiesto ulteriori azioni per colpire le vendite di combustibili fossili russi e porre fine ad alcune scappatoie esistenti rispetto alle sanzioni attualmente in vigore. La Polonia, che ha assunto la presidenza del Consiglio dell’Ue dal primo gennaio, secondo “Politico” è il Paese firmatario della proposta di maggior rilievo e più in grado di influenzare l’agenda a Bruxelles. Secondo il documento, la Russia ha incassato 200 miliardi di euro dalle vendite di combustibili fossili all’Ue dall’inizio dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina iniziata il 24 febbraio del 2022. Nonostante gli impegni europei di ridurre la dipendenza energetica da Mosca, le importazioni di Gnl dalla Russia sono aumentate dell’11% nella prima metà del 2024, secondo i dati riportati da “Politico”.
“È necessario vietare l’importazione di gas e Gnl russi il prima possibile”, si legge nella proposta, che suggerisce anche sanzioni contro la flotta di petroliere russe e il divieto di attracco nei porti dell’Ue. Il pacchetto proposto include ulteriori restrizioni sull’importazione di metalli come l’alluminio, una riduzione della dipendenza dal combustibile nucleare russo, misure per rafforzare i controlli alle frontiere e sanzioni contro istituti finanziari di Paesi terzi che aiutano la Russia ad aggirare le sanzioni. Le restrizioni sull’uso delle criptovalute sono state indicate come un altro strumento da approfondire. Con la Polonia alla guida del Consiglio dell’Ue, la Commissione europea dovrebbe presentare un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia entro febbraio, in vista del terzo anniversario dell’invasione. Tuttavia, il primo ministro ungherese Viktor Orban ha promesso di opporsi a nuove misure che potrebbero avere dei riflessi sul settore energetico, mentre la Slovacchia sta spingendo per aumentare le importazioni di gas russo dopo l’interruzione delle forniture che transitavano attraverso il territorio ucraino.