La solitudine porta il cervello alla demenza
Anche il cervello può soffrire di solitudine e ha bisogno di compagnia per evitare di incorrere in effetti negativi che impattano sull’umore fino a provocare depressione o intaccare memoria, concentrazione e attenzione. Un cervello poco esercitato, tramite interazione sociale, è poi più esposto, col sopravanzare dell’anzianità, alla demenza senile e all’Alzheimer.
Per mantenere il cervello in salute e in piena efficienza quindi è importante non solo prestare attenzione all’alimentazione che deve tenere conto di cibi ricchi di omega3, vitamina C, E e B6, oltre che di cibi ricchi di antiossidanti come broccoli, mirtilli, ma anche ricchi di colina, un coenzima presente in uova, merluzzo, semi di girasole e anarichi. E non basta neanche dormire bene perché durante il sonno le sinapsi, ovvero le connessioni tra i neuroni del cervello, si riorganizzano. Bisogna anche svolgere attività come frequentare amici e parenti o comunque con altre persone ed è certamente utile l’allenamento che deriva dalla lettura di libri che stimolino la fantasia, o dall’apprendimento di una nuova lingua, oppure dallo studio di uno strumento musicale o tecnologico nuovo.
La demenza colpisce soprattutto chi ha dai 65 anni in su, ma i primi segnali possono manifestarsi già a 50 anni (normalmente, per accertare un caso di demenza occorrono 2 anni). In Italia la demenza affligge 1,1 milioni di persone circa e 600mila italiani sono afflitti da Alzheimer.