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Putin tra debolezza e reale isolamento

Per quanto Putin si sforzi di apparire un leader il cui prestigio internazionale, almeno in quella parte del mondo che pensa di pilotare intorno ai suoi interessi, sia in continua ascesa per le sue  nuove e sempre più pericolose alleanze, la realtà è un po’ diversa.

Dopo aver mal digerito l’assenza dell’Armenia dall’incontro  dei vertici dell’alleanza militare, tra i sei paesi ex sovietici, ora è il presidente del Kazakistan, Kassym Tokayev, che non ha mai sostenuto l’operazione militare speciale e cioè l’invasione dell’Ucraina in sprezzo di ogni regola internazionale, a dargli qualche nuovo mal di  pancia.

Il presidente kazako, che si è spesso espresso per un dialogo di pace, ora si è spinto anche più in là dichiarando, in un articolo pubblicato sul quotidiano russo Izvestia, che le Nazioni Unite sono un’organizzazione internazionale insostituibile.

Da tempo tra Putin e il presidente kazako si assommano i motivi di frizione e il rifiuto di Tokayev di unire il Kazakistan ai paesi Brics ha portato lo zar russo a vietare l’importazione dei  prodotti agricoli del Kazakistan

Per Putin la spina nel fianco non è da poco considerato che il Kazakistan è un grande paese, ricco di immensi giacimenti petroliferi,ha la più importante economia tra gli  stati ex sovietici e intrattiene ottime relazioni commerciali e politiche con l’Occidente.

Putin che pensava, nel rapporto con la Cina,di controbilanciare il peso ed il potere cinese con altre sue importanti aree di ingerenza si trova ora sguarnito sui confini kazaki dove non ha gli amici succubi che si illudeva  di avere ed è sminuito, nel contesto internazionale, dal filo doppio che ha stretto con Kim Jong-Un.

I nuovi scenari siriani, che si sono aperti  nelle ultime ore, per altro preoccupanti per tutti, con molti aspetti nei quali il peso dell’Iran e degli integralisti islamici non sono certo parte secondaria, creano anche per Putin un nuovo fronte.

Il despota russo sta intensificando a dismisura le azioni contro l’Ucraina, le minacce nucleari e le azioni di sabotaggio contro i paesi dell’alleanza dimostrando che, nel giocare il tutto per tutto, ha una sempre maggior debolezza e reale isolamento.

Quanti gli stanno intorno si dividono in due categorie: quelli, come parte dei paesi Brics, che cercano di portare a casa qualche personale beneficio e quelli, come la Corea del Nord o l’Iran che non possono allearsi altro che con dei dittatori e assassini come loro.

Intanto la Cina sta a guardare, il dragone infatti è sempre pronto a incenerire chi gli dà fastidio.

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