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1945 – 2020: le Foibe, settantacinque anni di inutile storia

Settantacinque sono gli anni passati dalla fine della guerra fino ai tempi odierni. Anni che hanno permesso al nostro Paese di crescere come democrazia e rientrare nel novero delle società evolute e secolarizzate occidentali. In questo contesto evolutivo, tuttavia, la cultura massimalista comunista rimane semplicemente ed assolutamente fedele a se stessa anche se vestita di un falso progressismo targato Pd. Una dottrina politica che trova nella censura l’espressione di una presunta superiorità ideologica.

In settantacinque anni di storia democratica del nostro Paese ancora oggi non si intendono comprendere e tanto meno assimilare i valori della Libertà e della tolleranza, soprattutto quando questi risultino espressione di posizioni politiche ed ideologiche contrarie e magari opposte alla propria. Ulteriore dimostrazione di come questa “latitudine” politica non meriti la libertà che il sistema occidentale le ha prima regalato e successivamente permesso di mantenere.

Ancora oggi nostalgici di una superiorità della ragione statale rispetto alle single opinioni dei cittadini non sono riusciti a raggiungere quel grado di consapevolezza che permetta di apprezzare il piacere di vivere in una società occidentale della quale ogni espressione di pensiero risulti libera quanto tutelata. Quindi, come tale, anche la satira è una libera espressione, alle volte anche estrema e detestabile, della medesima libertà di pensiero.

Viceversa nulla è cambiato nell’impianto ideologico che include l’utilizzo di una censura la quale invece non potrà mai trovare giustificazione in nome di una qualche ideologia o superiorità delle prerogative statali. La regressione che queste ideologie massimaliste impongono non permettono neppure di comprendere come il ricordo delle Foibe non vada a togliere ma a creare ulteriore spazio alla storia della Seconda Guerra Mondiale e conseguentemente offre il giusto valore ad un dramma per decenni negato. Riconoscimento di un giusto ricordo di un dramma che permetta di completare una visione dei disastri, come dei drammi umani, che la Seconda Guerra Mondiale ha provocato lasciando in eredità un dolore che ancora oggi con difficoltà viene riconosciuto.

Nonostante qualche timido tentativo di porre rimedio al negazionismo ideologico che ha contraddistinto tutta la sinistra nel suo complesso fino a qualche anno addietro, ancora oggi la censura viene finalizzata ed utilizzata come uno strumento politico. In questo con l’appoggio vergognoso di quei ‘miserabili’ dell’Anpi che finanziano i negazionisti delle Foibe.

Tutto questo dimostra ancora una volta quanto sia manifesto ma soprattutto presente un massimalismo ideologico negazionista relativamente ai drammi legati alle Foibe. Una  regressione culturale ed ideologica di cui la censura odierna ne rappresenta uno strumento e dimostra come questi ultimi settantacinque anni siano passati inutilmente.

Francesco Pontelli

Orgoglioso figlio di Antonio Pontelli, un altrettanto orgoglioso esule Zaratino

 

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