
Nel Cuore del Somaliland la missione del CCF per i Ghepardi
Ancora cuccioli erano stati ritrovati con azioni di intelligence e affidati immediatamente al Cheetah Conservation Fund in Somaliland. Sono i 95 ghepardi sopravvissuti, poiché molti di loro non ce l’avevano fatta, che da quasi cinque anni vivono al CCF e che oggi, grazie alle terapie somministrate che garantiscono loro uno stato di buona salute, sono continuamente monitorati. Avevano subito serissimi danni durante le catture, dalla malnutrizione alla disidratazione, dalla presenza di parassiti a ferite, contusioni, legature alle zampe. Alcuni di loro hanno subito danni irreversibili, come Hanuman che ha subito l’amputazione della coda (a causa di una probabile porta chiusa senza attenzione dai bracconieri). Per questo motivo, i ghepardi, che sono di proprietà del governo, devono restare nel Paese e affidati solo al CCF che se ne assume tutte le responsabilità.
Attualmente nel centro ci sono 25 recinzioni di dimensioni notevoli che contengono diversi gruppi di ghepardi, spesso fratelli, che vanno dagli undici mesi ai 5/6 anni, ma sempre rigorosamente separati tra maschi e femmine.
Betty von Hoenning, responsabile del CCF Italia e amica del Patto Sociale, in questo periodo in Somaliland e in Namibia, ci fa sapere che le cure quotidiane sono abbastanza lunghe al mattino e meno nel pomeriggio, alle 6,30 è fresco, il sole sorge e si lavora bene fino alle 11 circa, perché il rischio di contaminazione è alto quando si tratta di animali selvatici.