L’ultima illusione ideologica
L’ultima illusione ideologica di sentirsi protagonisti prende forma nel palcoscenico palestinese.
Il piano di pace presentato dal Presidente Trump ha ottenuto la piena approvazione di tutti i paesi arabi ad esclusione dell’Iran, che è il principale finanziatore di gruppi terroristici di Hamas (*) ed Hezbollah. Di conseguenza nessun esponente presente all’interno della Flotilla si può più appropriare del diritto di rappresentare la maggioranza dei popoli arabi e quindi respingere la bozza di accordo presentata dagli Stati Uniti, anche perché i pochi rappresentanti in degli Stati arabi affacciati sul Mediterraneo e saliti su queste barche sono poi scesi quasi subito per una evidente incompatibilità con l’ideologia Lgbt rappresentata anche all’interno di queste barche.
Un atteggiamento che dovrebbe far riflettere questi illuminati progressisti che vogliono salvare i palestinesi e che attribuiscono alle popolazioni arabe una inesistente mentalità inclusiva di genere.
Pur considerando ogni forma di protesta legittima e quindi anche questa, tuttavia ancora una volta una manifestazione politica si sta trasformando in una ridicola sceneggiata. Uno spettacolo indegno confermato anche dalla presenza di parlamentari sia del Parlamento italiano che europeo, i quali, in virtù dei voti che hanno preso, dovrebbero restare ai propri seggi per ottemperare agli obblighi elettorali che hanno assunto verso i propri elettori.
Quanto ai sindacati ed alla CGIL in primis, questi hanno assistito in silenzio alla deindustrializzazione di tutti i settori ma in particolare dell’Automotive determinata dalla politica della Commissione europea con l’applicazione del GreenDeal.
Mentre in tutta Europa si stanno azzerando centinaia di migliaia di posti di lavoro con una ricaduta devastante per il sistema produttivo delle filiere produttive italiane, proclamare uno sciopero generale, si ribadisce NON per tutelare i lavoratori, ma come strumento di appoggio politico ed ideologico rappresenta un controsenso di dimensioni imbarazzanti.
La reale crisi di rappresentatività che la politica italiana ed europea rappresentano in modo così evidente ora può essere allargata anche alle associazioni sindacali che hanno abbandonato come missione istituzionale la tutela dei lavoratori considerati ormai sacrificabili sull’altare del consenso ideologico. Viceversa risulta politicamente molto più appagante per tutte le associazioni sindacali rendersi protagoniste di scelte politiche ed ideologiche che con tutto hanno a che fare meno che con il mondo del lavoro e la tutela di chi opera.
In altre parole, questa vicenda si conferma come l’ennesimo capitolo di una illusione ideologica di protagonismo che vede protagonisti attori di quart’ordine che cercano un palcoscenico che gli viene fornito purtroppo dalle tragedie e dalle guerre in atto ora in Europa quanto in Medio Oriente.
(*) il regime reggente a Gaza




