
Cittadella, “Piacenza Mosaico”: «Distrutta una delle piazze più amate»
Il Patto Sociale in considerazione delle tante ferite inferte a vari luoghi storici d’Italia, ai tanti abbattimenti inutili e dannosi di alberi propone la nota pubblicata da “il Piacenza” a firma del comitato ‘Il mosaico’ al quale va la solidarietà della nostra testata, sempre aspettando giustizia per i cittadini
L’intervento del gruppo “Piacenza Mosaico”, nato dal presidio di piazza Cittadella
«Come gruppo di cittadini che si sono organizzati spontaneamente, a partire dal 24 agosto 2024, per opporsi all’abbattimento degli alberi presenti su Piazza Cittadella e alla costruzione del parcheggio interrato nella zona più antica della città, raccogliendo circa 34.000 firme con una petizione popolare, vogliamo dire la nostra sulla “storia” di questo cantiere. Pensiamo di averne il pieno diritto, in quanto sono i cittadini i veri proprietari della città e i veri protagonisti di una protesta senza precedenti. Perdonateci se in modo molto sommario ripercorriamo alcuni passaggi, ma dobbiamo formulare un quesito finale. Innanzitutto vogliamo ricordare che a partire dal 26 agosto e fino al 7 novembre 2024, ossia 74 giorni e notti di seguito, H24, decine di piacentini, sia semplici cittadini che appartenenti ad associazioni, si sono riuniti ed organizzati in turni “militari”, senza soluzione di continuità, per presidiare in via permanente giorno e notte, la piazza ed impedire l’abbattimento degli alberi. Abbiamo incontrato decine e decine di persone, di diversa estrazione politica, culturale e sociale, assolutamente contrarie allo scempio di una delle piazze più antiche di Piacenza. Al presidio abbiamo avviato una raccolta firme, sia cartacea che su Change.org, che ha ottenuto circa 34.000 firme. Una vera battaglia di civiltà e di tutela del patrimonio artistico ed arboreo, preoccupandoci per la salute di noi tutti, soprattutto per quella delle nuove generazioni. Era l’unico polmone verde in quella zona della città, 11 tigli e 4 cedri atlantici di più di 70 anni, in un contesto tutelato dai Beni Culturali (ex-conventi del 1300 e del 1500, scuderie ducali ottocentesche, Cittadella Viscontea, Palazzo Farnese del Vignola etc). L’opposizione a questa scellerata ed illogica opera è iniziata subito nel 2013 (la concessione a Piacenza Parcheggi è del 2012, inizio giunta Dosi) con il Comitato Piazza Cittadella e Piazza Casali, Legambiente, Italia Nostra, Archistorica, Laboratorio di cultura ed Arte popolare. Da allora, nessun percorso partecipativo, nessuna risposta dal Comune alle tante osservazioni inviate.
Si arriva al 2024 con una serie di colpi di scena tra i quali una fideiussione falsa e l’assenza di garanzie bancarie (la cosiddetta bancabilità), malgrado ciò, il Comune, consegna comunque l’area alla società appaltatrice non facendosi mancare un miglioramento delle condizioni economiche a favore del Concessionario (dimezzamento del canone, aumento del costo orario delle soste e prolungamento della concessione) con il famigerato Addendum di fine 2023 Si passa poi attraverso l’ordinanza del Giudice Fazio, che impedisce il taglio dei 15 alberi, per la loro preziosa funzione ecosistemica di contrasto alla scadente qualità dell’aria, contro la trasformazione della piazza in una desolata isola di calore, per tutelare il diritto alla salute dei residenti e dei cittadini tutti. Infatti questa inqualificabile opera “pubblica” prevede la messa a dimora di soli 9 piccoli alberi, sistemati in vasi (ma chi ha fatto i calcoli della compensazione ecologica?), una chiusura in cemento sopra al “buco” e stalli per gli autobus. Viene riconosciuto giuridicamente il ruolo ecologico degli alberi per la nostra sopravvivenza, per il contrasto all’ aumento CO2, all’ inquinamento e alle isole di calore.
Una pietra miliare del diritto alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, con richiamo artt. 9 e 41 Cost., con il cambio della gerarchia dei valori, mettendo al primo posto l’ambiente rispetto all’iniziativa economica e all’azione amministrativa. In una città come Piacenza tra le più inquinate in Europa e nel mondo.
Ma cosa decide di fare il Comune di Piacenza a questo punto? Prende una decisione storica senza precedenti, e scende in campo a fianco del concessionario privato, contro i suoi stessi cittadini, con un ricorso ad adiuvandum che si affianca al reclamo presentato da Piacenza Parcheggi. Il soggetto privato, che miete controversie lungo tutto lo stivale, viene supportato utilizzando soldi pubblici per avvalersi dei servigi di studi legali noti a livello nazionale, in quanto l’Avvocatura interna al Comune era momentaneamente ferma per l’allontanamento della dirigente avvocato Elena Vezzulli.
Questo in disprezzo alla tutela del verde pubblico e del patrimonio archeologico antichissimo di Piacenza. In disprezzo delle norme di verifica di assoggettabilità al Via (Valutazione d’impatto ambientale). E soprattutto ad una chiara volontà dei cittadini, espressa da una valanga di firme raccolte con la petizione, di non procedere a realizzare un parcheggio in una piazza storica della città.
Sappiamo tutti cosa è capitato dopo l’accoglimento del reclamo di Piacenza Parcheggi: l’abbattimento degli alberi in una sola giornata, una vera e propria esecuzione (la storica autostazione era stata smantellata nei giorni precedenti), l’effettuazione di lavorazioni di asporto del manto superficiale, qualche scavo intorno alle palizzate, la creazione di un vero e proprio deserto davanti al Palazzo Farnese, il silenzio istituzionale e il cantiere sempre più fermo…anzi fermissimo e l’applicazione di un procedimento di prevenzione collaborativa del Codice Antimafia. Da non dimenticare che a fronte della protesta dei cittadini esasperati, dopo aver subito la distruzione di una delle piazze più amate della città, si è parlato, sia da parte della maggioranza, che dell’opposizione di sinistra, di pericolosa deriva di “fascismo” e di reato di disturbo di comizio elettorale. A questo punto una domanda sorge spontanea: se il Comune ha sempre svolto diligentemente il suo ruolo di controllo nei confronti del concessionario privato, e quindi di soggetto controllore super partes, portatore di interessi pubblici, come mai ha agito in giudizio “ad adiuvandum” al reclamo del privato contro i propri cittadini?».
Piacenza Mosaico